venerdì 11 marzo 2011

Laura Corraducci


Laura Corraducci  è una giovane e bravissima poetessa pesarese, con un modo tutto suo,  anticonvenzionale e sorprendente, di rapportarsi alle cose, riuscendo a disvelarne plasticità segrete a cui agganciare le verità del cuore.
Nella sua ricerca nelle pieghe dell'anima, la quotidianità si colora di significati introspettivi, assumendo spesso un'inaspettata centralità.

I suoi versi, di grande maturità stilistica, riescono a collegare in modo ardito i temi della religiosità, della ricerca della verità e del suo contraddittorio manifestarsi, allo scorrere banale delle giornate, ai viaggi quotidiani in treni affollati, alle inutili attese, alle insofferenze del cuore, al desiderio d’altro, ai piccoli dolori.






ASCENSIONE

Oggi Cristo è asceso in cielo
ha preso in fretta sandali vesti e il
regionale delle sette
non si è seduto
posto non c'era
sedili pieni di pupille africane
zingari e rossetti lasciati
dalle maddalene bionde dell'est
è sceso alla stazione di quella città
sul confine ed è salito in alto
una spirale di luce e di neve ha
fasciato il suo corpo di miele
fra cori di angeli e gole arrossate
di cherubini ansimanti
poi si è seduto per riposare
solo un minuto
mentre gli uomini piangono
ma non si disperano
la solitudine ora è una
palla di stoffa
un gioco da circo
il trucco svelato
è ascesa in cielo
discesa all'inferno
sospesa nell'aria

è altalena di pino
attaccata ai rami gelati dell'anima


Porto, 10.30 di sera

Senti com'è caldo il vento stasera?
la valigia e il suo lutto li ho
posati sul binario
questa notte diventa per me
solo per me
gabbiano e lupo feroce
rosa selvatica e serpente di terra
calice d'oro e occhio di vetro
tamburo di latta e vento di pace

fammi sentire la spuma di mare
nascere dalla tue labbra
lasciami vedere danzare tutto il
cielo sul tuo petto
e rovesciamelo addosso
prima di andare


SENZA TITOLO


Cicale e stelle senza polvere
né ali né steli verde acqua
brividi
frecce di Eros con punte all'ingiù
il nostro è un amore che i versi
non li ascolta
li sporca un po' e
ci salta fuori
il nostro è un amore senza rime
la metrica resti pure
nei suoi letti a cinque stelle
goda sola saltando
sulle sue stanche molle
noi abbiamo il vino dei dei tuoi
fonemi la bianca lava delle
mie unghie e voli ciechi dei
gufi e la notte che trema nelle
tue mani
"la lanterna" mi dici
"tienila sempre accesa"

Sui treni che ci uniscono autobus
che ci dividono cadono biglietti
bucati e vecchi
briciole di pane scuro e fiammiferi


SENZA TITOLO
C'é un filo di seta
che mi lega ai bottoni
della tua camicia
io vorrei spezzarlo ma
non posso
e vederti su quella strada
di colori d'uomini
mi apre il tempo
all'incubo
all'oblio
non c'è guinzaglio
abbastanza grande per
il mio collo di neve
sul tappeto dell'accusa
distendo le lacrime
mentre tu cammini
e dondoli nei miei occhi
ora ridenti
ora lucenti ma sempre soli

 


2 commenti:

  1. "fammi sentire la spuma di mare
    nascere dalla tue labbra
    lasciami vedere danzare tutto il
    cielo sul tuo petto
    e rovesciamelo addosso
    prima di andare"

    Questi versi,da soli, già sono poesia.

    Complimenti.
    Antonio Salzano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...all'anonimo faccio i miei complimenti...per me la poesia è questa"un riassunto di poche parole che ti coinvolge e ti fa sognare
      kitty vinciguerra

      Elimina

Grazie per il commento. Verrà pubblicato dopo essere stato moderato.