Davide Cortese è un giovane poeta siciliano, nato a Lipari nel 1974. Si è laureato in lettere moderne all'Università di Messina con una tesi su "Le figure meravigliose nelle credenze popolari oliane". Ora vive e insegna a Roma.
Nel 1998 ha pubblicato la sua prima silloge poetica,
titolata "ES" (Edas, Messina), alla quale sono seguite le sillogi:
"Babylon Guest House" (Libroitaliano, Ragusa, 2004), "Storie del
bimbo ciliegia" (un’autoproduzione del 2008), “ANUDA” (Aletti Editore,
Roma, 2011) e “OSSARIO” (Arduino Sacco Editore, Roma, 2012).
I suoi versi sono inclusi nelle antologie "200 giovani poeti europei in
nove lingue" (Edizioni CIAS, CLUB UNESCO), "Poliantea" (Edizioni
Mazzotta), “A cuore aperto” (Accadueo) e in varie riviste cartacee e on line. Nel 2004 è stato protagonista del "Poetry Arcade" di Post Alley, a
Seattle. Davide Cortese è anche autore di una raccolta di racconti:
"Ikebana degli attimi" ( L'Autore Libri, Firenze, 2005) e di un
cortometraggio: “Mahara”( 2004), che è stato premiato dal Maestro Ettore Scola
alla prima edizione di EOLIE IN VIDEO.
Il libro è acquistabile a l seguente link:
Anuda (termine in dialetto eoliano che significa nudo) è un libro ricco di colore, di suoni, di versi. Ha il sapore
delle terre del sud, visionario, ardito, ingenuo e coinvolgente, dove la passione ha calde vibrazioni:
Sotto la pelle ho scorribande di inquietudini,/ migrazioni e fughe di
desideri,/ vagabondaggi di tristezze./ Sotto la pelle, senza pietà,/ una
solitudine di fuoco brucia/le mie brulicanti moltitudini.
Naturalmente
in tanto fervore non tutto è perfettamente ordinato e omogeneo per qualità e
stile, ma tutto è vivo, appassionato, con immagini folgoranti, associazioni
inattese, vulcanico sentire. Ci sarà tempo per dare ordine e precisione
geometrica ai versi. Per ora godiamoci questo spirito pellegrino, favolistico e
visionario, questa vita da saltimbanco in cerca di nuove dimensioni, di verità custodite da maschere e fantasie:
Saluto donne e bambini con la mano,/ mi mescolo a
spaventapasseri e sentieri./ Giungo di fronte ad un giovane ciliegio/ e chiedo :/“Quanta strada ancora per Amore?”
Come
nella poesia latino-americana c’è fame di visioni e, insieme, di
carnalità:
Sulle corde si muove una luce/ e sul mio volto una
gioia nera/Ho solo una tragica/ fame di farfalle.
ma in più c’è un sapore intimo, sommesso, una richiesta di tenerezza e condivisione
che sorprende e commuove.
Non portare nulla con te./ Porta solo te / che
null’altro ci serve./ Fuggiremo via.
E, in un'altra poesia:
Voglio tenere con me la mia storia/ e dimenticarla
tra le tue braccia / Voglio rimanere e baciarti le labbra / e prenderti le mani e danzare,
In questo, le difficoltà e
la povertà, come negli amori veri, non sono di ostacolo, anzi
diventano esse stesse poesia:
Ci siamo scaldati/ tra cianfrusaglie e pensieri,/ e
fuori la notte taceva nel gelo./ Ci hanno scaldato il fuoco e l’amore,/ tra
pareti di stracci e legno marcio.
Tutto
questo vagabondare e cercare si conclude alla fine con un fantasmagorico corteo
funebre su un carro trainato da due giraffe, accompagnato da tutti i fantasmi e le fantasie della sua vita, come ultimo sberleffo del poeta alla morte, orgogliosa affermazione della
superiorità della sua poesia:
Una geisha infinitamente triste./ Una donna albina
velata di nero./ Sulla sua mano una verdissima mantide religiosa/ Un marinaio a
torso nudo sul cui petto è tatuata una clessidra alata./Un angelo con una
fragola tra i denti./Un giovane Baba che cavalca un elefante…un mimo con una
minuscola bombetta sul capo./…e tanti
altri.
Del resto il poeta nella precedente poesia aveva detto:
Del resto il poeta nella precedente poesia aveva detto:
“il mondo esiste perché io esisto, e muore con me
se io muoio.”
° ° ° °
Ho pelle di sera adesso,
il cuore cullato dal crepuscolo,
un sorriso stanco
e mite,
come una speranza arresa.
Ma
voglio esserci ancora
perché
da qualche parte ancora
.
qualcosa sorride ancora.
E posso esser vivo e qui,
con un fiammifero contro la notte.
° ° ° ° °
Il ragno sa
chi è il mercante di farfalle.
Il ragno ne conosce la voce di vento.
Sa che una farfalla si paga con l’attesa.
Conosce fin da bambino
un canto di silenzio sul mercante di farfalle.
Il canto si tace tessendo la ragnatela.
“il mercante turchese” recita il canto,
“si paga con le attese,
mai col pianto”.
° ° ° ° °
Tieni, bambino di pezza,
è una mela verde mela.
Ho le tasche piene di numeri
e volute di fumo nella
testa.
Ti regalo una scatola di
carta,
mettici dentro quel che vuoi,
che tutto puoi metterci
dentro.
Ho male alla vita, adesso.
Mettici dentro una scala,
mettici dentro i burattini,
quelli del Signor Sorry
che sanno scrivere versi.
Mettici la volta che
cantammo al mare,
nella tua scatola di carta.
E’ un regalo per te,
piccolo mostro dolce.
Mi tremano le mani,
e le nuvole così scure.
Verrà la pioggia,
ometto.
Canta, canta per me.
Quella canzone degli orsi
ballerini,
quella dei chiodi
e dei martelli monelli.
Ho le tasche piene di numeri,
numeri da chiamare
per affittare un tetto.
Tu ci giochi, con la mela,
folletto.
E il vento mi spinge sopra
le nubi.
Mettici il vento
nella tua scatola di carta.
Poi chiudila,
e col dito
intima il silenzio.
Mettici la scala dentro.
Quella a cui ti arrampichi
contento
con la punta dorata tra le
dita
da infilare su in cima
al tuo finto albero di
natale.
Canta di chi scende dalle
stelle.
Ho male qui, alla vita.
Ho male, dannato bambino.
Accarezzami con le tue mani,
così.
Mettici il mio cuore
nella tua scatola di carta.
E digli di tacere,
di tacere per sempre.
Vai sotto l’albero,
quello sulla collina,
e scava una fossa,
tesoro.
Scava piano,
che la pioggia tarderà,
e mettici la scatola dentro.
La tua bella scatola di
carta.
Ho spirali che mi legano i pensieri
e hanno spine come fossero
rose.
Vieni qui, diavoletto,
fatti baciare la fronte,
sei bello come il giorno,
così.
° ° ° ° °
Gioca con me a sorridere al buio.
Giochiamo a leccarci ferite di luce
agli angoli di strade sulla nuca del tempo,
schiudiamo nel vento le braccia calde
e giochiamo agli angeli che derubano il paradiso.
Chiudi gli occhi e solo con le dita
cercami sul volto il sorriso.
poesie bellissime; nuove e cortesemente crudeli!
RispondiEliminaprima ci si ristora ma subito dopo il cerchio si chiude attorno ad una qualche misteriosa inquietudine. Il ritmo è notevolissimo!
Gabriella Papini (info@gabriellapapini.com)
che ama la poesia ma che, purtroppo, raramente la gusta
La bellezza è difficile, come diceva Pound. Ed è tanto faticosa da raggiungere per l'artista, per il poeta, quanto rara e difficoltosa da incontrare per chi ama la poesia e l'arte.
RispondiEliminaIl "caso poetico" (e artistico) di Davide Cortese è, per il lettore appassionato, uno di questi casi assai rari (e davvero fortunati) in cui egli può, totalmente e in modo inaspettato, lasciarsi prendere, sprofondarsi, nella misteriosa e splendida profondità della poesia.
A. C.
Complimenti Davide, sai dipingere con le parole!
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