Timing Time - Gradiva Productions 2025
Una silloge di poesie vecchie e nuove, alcune inedite, scritte in un lungo lasso di tempo tra il 2018 e il 2024 e suddivise in due sezioni: la prima dedicata alla necessità di crearsi un tempo più lento, un tempo da trattenere per comprenderne meglio il senso (“Timing time” che dà il titolo al libro); e la seconda in ricordo della madre; le altre sono tratte da precedenti raccolte: “Poesie ed ombre” del 2009, “Alterni presagi” del 2011, “L’abitudine degli occhi” del 2015.
La bella prefazione di Plinio Perilli ci dice che il tempo di cui si parla nel libro è più immaginifico, interiore, che cronometrico e che tra filosofia e poesia è quest’ultima a intuirne il significato profondo. Il tempo che non passa, che tratteniamo nel cuore, è quello in bilico tra passato e futuro, che rende immanente il tempo soggettivo e segna stabilmente le nostre vite, i ricordi, le speranze. Tra Eraclito (panta rei) e Parmenide (tutto è sempre presente) Monica sembra privilegiare il secondo.
Nella poesia iniziale, che dà nome alla raccolta, Monica scrive: “…il tempo cresce insieme a te, ti aspetta e ha pazienza…trattienilo più che puoi il tempo” Ecco dunque disegnato in versi essenziali l'idea di un tempo che ci cammina accanto e che è nostro alleato, non nemico.
Le poesie hanno un respiro armonico e ampio, mantenendo in costante dialogo, come sempre dovrebbe accadere, la soggettività del singolo e l’immensità della natura che lo trascende: “…distese di terra e sogni/ stessi confini delimitati dal mare…” e, in altra parte: “Il sole è solo una lampada/ con la sua luce che sfuma/ troppo in fretta/ ma sa che non è vera la morte…”
La seconda sezione è nostalgia della madre, del passato che solo dà senso e dolore al presente: “Prendersi per mano e proteggersi dal mondo/ unire due paure e due destini…questo mi è mancato”; e in altra: “quando i ricordi si sgranano/ si sgretola il passato in macerie di memoria/ in sassi antichi dove riposa/ l’urna del tempo”. E' infine sinero e toccante il pensiero della morte: “Per accettare la realtà ci vuole coraggio/ e tu ne hai avuta prima di lasciarmi?...// Non esiste morte giusta…”
L’ultima parte del libro è composta da una selezione di poesie tratte dalla raccolta “L’abitudine degli occhi”, che si ha l’opportunità di rileggere, oppure di conoscerne per la prima volta qualche stralcio, se non si è ancora letto il libro.
La raccolta, bella sin dal titolo, in qualche modo, prefigura e annuncia le tematiche poi sviluppate in “Timing Time” della identificazione armoniosa dello spirito con la natura. Nella poesia scelta per prima infatti si può leggere:”: Sono la pioggia che disseta la terra…/ Sono il vento che scrolla pioggia dalle nuvole …/ Sono la terra bagnata dalla pioggia…/, con questa evocazione dell’acqua quale elemento duttile e vivificante, che sa adattarsi alla forma dell’anima e dei sogni da essa alimentati.
Si tratta insomma di poesie sincere, limpide, scritte con linguaggio piano e comprensibile, come succede quando si hanno cose importanti da dire e non si vuole nasconderle dietro esibite complessità letterarie. Poesie limpide come l’acqua tante volte evocata o il cielo azzurro e luminoso dei suoi tanti versi, che inducono emozioni e un senso naturale di identificazione.
La silloge è bilingue ed è edita dalla casa editrice americana “Gradiva Publications” di New York, diretta da Luigi Fontanella che, con questa pubblicazione, certifica il passaggio di Monica Martinelli a una dimensione internazionale.
Renato Fiorito. Roma 14/4/2025
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