lunedì 22 ottobre 2012

Riccardo Raimondo

(foto di Guido Gaudioso)
Riccardo Raimondo è nato a Siracusa nel 1987. Poeta, narratore e critico letterario, studia Lettere Moderne. Da dicembre 2011 fa parte dell'Accademia degli Incolti. La sua prima raccolta di versi, intitolata "Lo Sfasciacarrozze" è stata pubblicata nel 2009 dall'editore A&B. La seconda, "Il potere dei giocattoli", è quella che qui proponiamo, edita da Sentieri Meridiani Edizioni.
Ha lavorato con diversi artisti a spettacoli e installazioni, sperimentando integrazioni fra poesia e forme espressive diverse (musica acustica ed elettronica, video-arte, fumetti, sculture animate, marionette, teatro-poesia, fotografia). Collabora inoltre con diverse riviste e webzine nell'ambito della critica d'arte, letteraria e di costume. 
 




 

Il potere dei giocattoli è acquistabile sul sito dell'editore, cliccando sul link sottostante, oppure ordinandolo presso tutte le librerie.

 

Riccardo Raimondo è poeta giovane anagraficamente, ma già consapevole e maturo, alla ricerca di un linguaggio nuovo, non privo di invenzioni e di neologismi e tuttavia, immediato, comprensibile, immaginifico, con qualche influenza futurista:

"Gracchia la macchia che infetta/questa disordinata memoria imperfetta. Cornacchia!”,

e a volte destabilizzante:
“…Scriviamo come tuona il fulmine,/scorre il fiume nel solco scavato,/la frana crepa rubando lo spazio,/come la vacca/muta muta/fa la cacca.”

Il potere dei giocattoli parla dello spaurimento dell’anima di fronte all’invadenza della realtà:
"Questo giocattolo rotto non so/se son io o è solo un però…“.

e l’abbandono della fanciullezza è il doloroso percorso che il poeta vorrebbe evitare:
“voglio restare nel buco matto dei sogni, non voglio cadere in un altro mattino”,
poiché la percezione del mondo è quanto mai minacciosa e preoccupante per lui.

Tuttavia ben presto una più matura consapevolezza si fa strada, aprendo il discorso a una contestazione più radicale: 
"Ho visto le vostre congettura sfracellarsi, i vostri mastodontici disegni sfracellarsi, contro la linea sottile del mistero, come giocattoli giù dal quinto piano..."
che gli fa dire, cedendo un poco alla retorica: "Io qui/oltre il crepuscolo degli idoli/sono lanterna./Il mio compito è portare/questa luce fraterna/oltre la notte./Navigare fino all’alba.”

Significative di questa tematica contestativa sono anche le poesie “Cane nero”: 
"Cane nero, ritorna nel sonno. Dammi il tempo di prendere fiato.”

e “Senza il Verbo": 
… la società degli equivoci/ ragionevolmente epistemologici,/ apparentemente giustificabili:/ verità mediamente ossimoriche,/ partorire in fretta/ come fanno certe seppie/nella gabbia del gorgo d’inchiostro / sprofon-dando.”

Insomma un gran bel poetare, che siamo lieti di ospitare nel nostro blog e che arricchisce la già magnifica selezione che abbiamo finora realizzato.



Piccolo lamento
 

Lasciarsi morire alla seta
fra friabili petalilenzuola,
cercando un bagliore,
un umore del sangue,
una carezza,
scappando dalle mura della vita
quotidiana.


E questo piccolo lamento di cometa
che mi fa grattare il cuore,
che mi fa scrostare il senso,
è polvere di seta
nel buio del cosmo che spaura.

* * * * *


Ombra a Rabat

Il cameriere fece calare
i tendoni sulla terrazza
e fu subito ombra a Rabat.


Grazie al cielo
il cuore ha sempre ragione,
la luce non smette di svergognare
gli straccioni del sentimento.

Un sorriso
lento
si posa su un velo:
una donna distratta accarezza la vita
che tinge le guance,
nessuno la guarda.

La guardo
ed è come scoprirsi più belli
fra invisibili umori.


* * * * *



Ancora oggi stento ad alzarmi dal letto,
voglio restare nel buco matto dei sogni,
non voglio cadere in un altro mattino.

Voglio e non voglio.

Il mio spirito si fa spaccapietre al primo rintocco
di sveglia, sconquassa la carne,
scuote le budella. Devo.

Devo svegliarmi nonostante me stesso,
nonostante il progresso, e le cose da fare,
l'evoluzionismo del regno animale,
il materialismo e lo smog, i rincari,
la foga degli sconti e degli straordinari.

Devo destarmi, alzarmi dal letto,
nonostante uno scomodissimo sospetto:
ch'io stia ancora dormendo, che sia
una burla nuova del sonno, che sia
Orfeo divertito a scavare solchi nella veglia.
Che sia vero questo mondo che mi si sgretola
davanti gli occhi?

*****

Il poeta scrive sempre per la stessa donna.
Lei oscura la visione di tutte le altre,
il suo pensiero dominante
vince su tutti gli altri.
Il poeta scrive sempre della stessa donna,
che lei esista o meno,
che lui lo voglia o no.
*****


Il potere dei giocattoli



Questo giocattolo rotto non so
se son io o è solo un però,
una virgola storta nel cosmo,
il punto esclamativo
sgorbio
           dell'
io!
Non so chi comanda tra noi,
a volte due, a volte
moltimolti coi pulsanti emozionali bottoni luminosi,
coi galattici pensieri interstellari,
colle gioie roteanti, o le
noiecolle che t'invischiano il cuore,
le molle paure, l'archibugiarìe del rancore,
l'organico flusso di paranoie,
i lubrificanti sudori.

La mente poi, geroglifico meccanico,
spesso
mi mente, si guasta,
malemalissimo salta e stramazza,
s'insozza nel fango barocco dell'ego,
nell'abitudine del canone, nel ripiego della cattedra:
il bambino ferito la sa lunga
sulle ragioni dell'Accademia
.

La mente poi non sa niente,
niente! delle geometrie dell'anima,
delle magiche fisiologie del cuore,
niente sul marchingegno dell'odore,
sulle orologerie del Senso,
sugli ordigni del piacere e dello spavento.
Niente sa sui congegni metaforici dei forse,
sulle bombe carta dei perché,
sui kamikaze del sentimento.

La mente salta storta e stramazza,
gallina pazza e zoppa
cova
pensieri, batuffoli di Luna.

E questa marionetta senza fortuna,
questa cosa viva,
che importa che pensi
                    che creda
                    che scriva?
Finirà a rottamare
dallo sfasciacarrozze.


Qualcuno forse potrà riesumare
qualche pezzo di ricambio:
un tergicristallo di malinconia,
una frenesia di marmitte,
un'analogia di specchietti,
un'antenna metafisica in pegno
da passare sottovoce a un altro pupo
che verrà per dare il cambio.

 

 

1 commento:

  1. Beh, queste poesie sono davvero notevoli. Grazie.
    Stefano

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